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La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 8275/2019, depositata in data 25 marzo 2019, ha affermato che, per la regolarità della convocazione dell’assemblea condominiale, basta la prova, inviata all’indirizzo dei condomini, della spedizione della raccomandata.

Il fatto

Un condomino ha proposto ricorso e ha sostenuto la non validità della convocazione assembleare, poiché non ha ricevuto correttamente la raccomandata.

Il Tribunale ha affermato che non è necessaria la ricezione della raccomandata, bensì basta la prova dell’invio da parte dell’amministratore.

E’ stato proposto ricorso in Cassazione dopo che la Corte territoriale ha confermato la sentenza del Tribunale.

La pronuncia 

La Cassazione ha affermato che la convocazione dell’assemblea non rientra nel novero del regime delle notificazioni, bensì nel 1335 c.c. che richiama la conoscibilità e non la conoscenza dell’atto.

Quindi, in tal caso, sarebbe stato onere del condomino dimostrare il mancato recepimento dell’atto di convocazione dell’assemblea per causa a lui non imputabile.

Per concludere, la Corte di Cassazione ha ribadito che l’atto di convocazione dell’assemblea è un atto unilaterale recettizio di natura privata.

Di talchè, il condominio avrà esclusivamente l’onere di dimostrare la data di invio dell’atto all’indirizzo del condomino.

Valida assemblea anche senza la ricezione atto, basta dimostrare l'invio

 

Avv. Marco Damoli

Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Ferrara, dopo aver conseguito l’abilitazione presso la Corte d’Appello di Venezia, è iscritto all’Albo degli Avvocati di Verona. È esperto di diritto civile e diritto commerciale.

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Con la sentenza n. 4/2019, la Seconda Sezione Civile della Corte d’Appello di Brescia, ha riconosciuto come validamente effettuata la convocazione dell’assemblea di condominio avvenuta attraverso l’invio dell’avviso ad un indirizzo di posta elettronica non certificato.

Il fatto

Con sentenza n. 790/2016, il Tribunale di Brescia ha respinto in toto le richieste dell’attore e lo ha condannato al pagamento delle spese di giudizio.

Il soccombente ha, quindi, impugnato la predetta sentenza per violazione dell’art. 66 disp. att. c.c., in quanto il giudice di prime cure avrebbe errato nel ritenere che la convocazione sarebbe avvenuta correttamente con le modalità richieste dallo stesso attore/appellante, ossia via email.

L’avviso di convocazione, invece, avrebbe dovuto essergli comunicato a mezzo PEC.

La pronuncia

Per la Corte d’Appello di Brescia è corretto ritenere che la PEC sia l’unico strumento equipollente alla raccomandata, perché solo con tale modalità, pervenendo all’amministratore la ricevuta di consegna, si ha la prova della ricezione dell’avviso predetto.

Nel caso di specie, tuttavia, è stato lo stesso condomino a richiedere la comunicazione attraverso un mezzo “informale”, quale l’email.

Ne consegue che, avendo rispettato le forme indicate dal medesimo soggetto per la convocazione dell’assemblea condominiale, non risulta necessario l’invio dell’avviso alla PEC dello stesso.

CA_Brescia_04_2019

Avv. Mattia Verza

Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Verona, dopo aver conseguito l’abilitazione presso la Corte d’Appello di Venezia, è iscritto all’Albo degli Avvocati di Verona. È esperto di diritto civile e diritto commerciale.